"Di ritorno dalla visione dello spettacolo teatrale "C'era una volta...Pinocchio", ideato e diretto dalla bravissima Erminia Sannino e frutto dell'intera associazione Mediamusical, non posso che condividere con voi tutti queste mie libere impressioni: Solitamente proporre il genere letterario della "favola" come modo di intrattenimento dei fanciulli ed ancor di più degli adolescenti, ai tempi di...
oggi, appare purtroppo anacronistico e fuori luogo, in quanto non susciterebbero l'interesse e l'attenzione di nessuno, se non addirittura suscitare la derisione. I social networks ed i media non sempre svolgono una funzione utile ma, spesso, confinano i sogni dei ragazzi in un mondo virtuale che non li aiuta a rapportarsi con i propri simili ed a sviluppare il senso del ragionamento. La bravura di Erminia, attraverso questo lavoro teatrale che è andato al di là delle aspettative degli stessi interpreti, è stata principalmente quella di far "gustare, assaporare" un qualcosa che molti ragazzi avevano già da tempo accantonato o persino non conosciuto : la favola. Attraverso un linguaggio moderno e, quindi, consono al mondo giovanile è riuscita a dare una "veste" nuova all'intramontabile favola di "Pinocchio" in modo che essa potesse passare, con i suoi alti valori, e fare ingresso nella coscienza dei più giovani. la contrapposizione tra il "Pinocchio/burattino" dei tempi antichi con il "Pinocchio/ ragazzo" dei nostri giorni sottolinea sempre più l'attualità dei valori che questa favola ancora e sempre trasmetterà al mondo adolescenziale. Il lavoro acquista ancor più un alto pregio in quanto la chiave metaforica con la quale ogni sua scena si è voluta raffrontare, è posta ben in evidenza dalle stesse battute teatrali degli interpreti, tutte tese a far comprendere al pubblico, soprattutto quello più giovane, che "il successo, il potere, la mancanza di sacrificio ed in generale tutte le lusinghe del mondo" sono quei "mali della società" dai quali spesso il soggetto debole, come lo è il fanciullo, può essere "inghiottito" ( prendiamo ad es. la balena della favola); non a caso il protagonista, il bravissimo Roberto Della Capa, quasi al termine dell'opera, passa in rassegna tutti i personaggi attribuendo loro la "veste moderna" positiva o negativa che indossano nella società odierna. Il contrasto tra la bugia e la verità, tra bene e male, tra giusto e sbagliato, che ogni uomo prova nel continuo relazionarsi con gli altri e nelle scelte della propria esistenza, è saggiamente posto in rilievo dalle bravissime "narratrici fuori campo" che guidano il pubblico nella corretta visione delo stesso. Come non farsi trasportare dalla verve ironica della bravissima Giusy Pernice, dinanzi alla quale sembra di rivedere una nascente Pupella Maggio . Bellissima la coreografia che ci richiama al "libro" in un duplice significato : !) il libro come "favola da raccontare"; 2) il libro come "insieme di pagine della nostra vita che, tra mille imprevisti e peripezie, la colorano di esperienze" (un plauso a Salvatore Di Lecce ed a chi ha collaborato con lui).
In ultimo vorrei sottolineare una cosa molto importante che rende la regia di Erminia degna di riconoscimento : l'aver aggregato tanti giovani, adolescenti che, nel lavorare insieme, hanno per un attimo compreso che oltre internet ed il mondo virtuale esiste una realtà bella ed inimmaginabile che con le proprie forze, seppur limitate o grandi che siano, si riesce a costruire con l'armonia, la collaborazione e l'impegno di tutti. Ella ci insegna che dai giovani può nascere tanto, che attraverso l'impegno e la perseveranza, anche i sogni all'apparenza irrangiugibili, possono divenire un qualcosa di realizzabile, che a volte sottovalutiamo le nostre competenze e che, se opportunamente valorizzate, ognuno può dare quello che neppure riuscirebbe ad immaginare: Erminia ha dato la possibilità a tanti ragazzi di amare il teatro, di avvicinarsi ad un genere letterario desueto, ad uscire dall'anonimato teatrale ( il cui mondo spesso premia i più adulti) dando loro l'occasione di sprigionare i talenti che, nascosti,non si sapeva neanche di possedere.
Il non aver menzionato nominalmente tutti non significa che il lavoro degli altri sia da porre in secondo piuano: tutti sono stati bravissimi perchè hanno formato una squadra capiatanata dauna regista che, seppur alle prime armi, ha dimostrato che con il cuore, e non solo la fredda competenza, si possono raggiungere le alte vette . Grazie Erminia e grazie alla Mediamusical che, pone tutti noi in grado di poter ricevere formazione e dare operativamente i frutti di essa.
Spero e mi auguro che non ci si fermi a questa esperienza!!"
Antonio Candurro
"Decisamente è bellissimo catalizzare verso le attività teatrali i giovanissimi perchè a teatro s'impara a rispettare le regole, a gestire il proprio corpo, ad allenare la memoria, a stare con gli altri, a relazionarsi con le generazioni meno giovani, ad ascoltare, a confrontarsi, insomma il teatro fa crescere. E quello che si capitalizza a teatro nella vita servirà sempre, anche se nella vita non si farà l'attore per professione. E noialtri che siamo i cosidetti "responsabili" abbiamo il sacrosanto dovere di saper dare gli "imput" giusti con autorevolezza ed equilibrio."
Pino Brancaccio
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